Da quando sono diventata mamma, e intendo già a partire dalla gravidanza, mi sono resa presto conto della mole, della valanga di informazioni da cui un genitore rischia di essere travolto dal momento in cui si affacci a cercarne. Dati, statistiche, ricerche, pareri più o meno autorevoli; libri, forum, blog, pagine e profili dei social network, corsi, webinar e chi più ne ha più ne metta. Siamo del resto nell'era dell'informazione, in cui le "porte della conoscenza" dovrebbero essere spalancate e si dovrebbe avere l'impressione (almeno quella!) di poter accedere agevolmente a qualsivoglia contenuto. Il condizionale è purtroppo d'obbligo, dal momento che la realtà è ben meno rosea, e questo flusso incontrollato rischia spesso e volentieri di trasformarsi in un chiacchiericcio che tutto fa fuorchè aiutare i neogenitori a svolgere il proprio compito.
Pensando alle figure specializzate, anche qui il panorama è piuttosto confuso: a chi rivolgersi, ad esempio, per questioni che riguardano la gestazione, il parto, l'allattamento, la cura del bambino, gli aspetti motori del piccolo, oppure quelli legati al sonno, al linguaggio, allo svezzamento, fino all'"educazione"? Domande che paiono banali, ma che potrebbero avere decine di risposte diverse, e analizzarle rende un'idea di quali siano le (enormi) problematiche aperte. La gestazione, ad esempio, dovrebbe essere, spesso è, in carico a un'ostetrica, eppure il ginecologo la fa ancora da padrone nel nostro immaginario, ergendosi a esperto (anche in situazioni fisiologiche), fino al paradossale "l'ha fatto nascere il dottor..."; lo stesso si dica per il parto, mentre per l'allattamento ci si affida, quando va bene, a un'ostetrica, spesso ignorando l'esistenza di figure specializzate, professionali e non, significativamente chiamate "consulenti in allattamento", che nei punti nascita ospedalieri non vengono quasi mai nominati. "Quando va bene" significa trovare un'ostetrica anch'ella specializzata nella fisiologia dell'allattamento, quando va male l'ostetrica non è così esperta e quando va malissimo (nella maggior parte dei casi) si ascoltano i consigli di pediatri che con ogni probabilità non hanno alcuna formazione in materia, ma in compenso un buon carico di pregiudizi, una fretta tipica del nostro tempo ad accontentare il paziente nella maniera più veloce e "sicura" possibile e magari qualche interesse nel suggerire opzioni che scoraggiano e inficiano anche un allattamento felice.
Il pediatra è, va da sè, un medico: andrebbe dunque a ragione consultato per le questioni strettamente legate alla salute, mentre la sfera della puericultura o persino della pedagogia, che esulano totalmente dal campo medico, non sarebbero di sua competenza (a meno che lo specialista abbia qualifiche anche in questi ambiti, ovviamente). Cionondimeno, a chi si chiede consiglio, o meglio di chi si esegue scrupolosamente la volontà, quando si tratta di alimentazione del neonato, il sonno, l'accudimento (in braccio o no? fascia o passeggino? lasciar piangere o meno?), la relazione, persino?
Anche qui, affidarsi a chi può portare tutt'alpiù la propria esperienza personale o il proprio punto di vista non suffragato da alcuna evidenza o studio scientifico conduce a esiti nefasti.
Tornando al mondo del web, dell'informazione "libera", le cose, dicevamo, non vanno molto meglio. Le mamme "pancine" fanno divertire da anni nel mondo dei social con le loro domande "ridicole", eppure il fenomeno nasconde un vero e proprio deficit di infomazioni corrette sempre più preoccupante.
Nonostante le indubbie e macroscopiche criticità, bisogna però dire che gli ultimi anni hanno visto anche una "controtendenza", un risveglio da parte di chi, solitamente avendo sperimentato sulla sua pelle quanto pesi questo sistema, ha deciso di operare al servizio della corretta informazione, innanzitutto per ridare "potere" ai genitori e alle famiglie. Il che non significa porsi come alternativa ai medici, ma sottolineare la "normalità" dell'avere un bambino e di crescerlo, ridefinire i reciproci campi d'azione e, non da ultimo, investire i genitori della responsabilità di essere consapevoli. Case editrici, consulenti in allattamento, in babywearing o sonno; professioniste nei settori dell'ostetricia, della psicologia, della puericultura, della pedagogia, dell'educazione: figure diverse ma accomunate dall'idea che la serenità di grandi e piccoli passi innanzitutto dal possesso di notizie aggiornate, sicure e non viziate da conflitti di interessi, pregiudizi e veri e propri falsi miti.
Di questi tempi si rischia l'etichetta di "complottista", eppure basta addentrarsi un po' in questo territorio e cominciare a tirare qualche conclusione per capire che "ai piani alti" non vi sia tutto questo interesse nel fatto che i genitori siano ben informati, consapevoli e padroni delle proprie scelte. In una società in cui la "razionalità economica" fa il brutto e il cattivo tempo in ogni settore, incluso quello della salute e del benessere, non ci si può stupire della "confusione" di cui si diceva prima nel campo dell'assistenza alla persona, e della fatica nel districarsi fra disinformazione, indifferenza, mancanza di supporto pratico ed emotivo, mistificazioni e pressioni del marketing a risolvere il tutto con l'acquisto di beni e servizi.
Eh sì, perchè il mercato offre davvero di tutto, ed è sempre pronto a "intortare" innanzitutto chi pensi, ingenuamente, che una cosa, se è "in vendita", "male non farà".
Soprattutto, aggiungerei, a Natale.
Comments